Corrispondenze come l’intreccio dei suoni dell’arciliuto e del clavicembalo, ma anche come l’intreccio tra culture, quella siciliana e spagnola.
E’ questo l’incipit da cui nasce il progetto di Paolo Rigano (arciliuto e chitarra) e
Cinzia Guarino (clavicembalo), coppia artistica fondatrice dell’Arianna Art Ensemble che in duo affronta un programma che vede protagonista una selezione di brani del repertorio italiano e spagnolo del periodo che va tra il ‘600 ed il ‘700.
Un album che vede insieme brani composti per liuto, chitarra, clavicembalo o ensemble da camera ai quali si aggiunge un brano di musica contemporanea composto dallo stesso Paolo Rigano per arciliuto e clavicembalo da cui il disco prende il titolo.
L’originalità del progetto consiste nel fatto che brani originali per chitarra, arciliuto o clavicembalo, vengono eseguiti in duo, con la chitarra o l’arciliuto che dialogano con il clavicembalo.
Nello specifico, nel repertorio scelto, il clavicembalo interagisce con l’arciliuto e con la chitarra barocca assumendo a volte il ruolo di basso continuo a volte di intreccio, tra scambi di parti e momenti legato all’improvvisazione.
Il Fandango di Boccherini, tratto dal Quintetto in Re minore for guitar & strings G.448, è stato trascritto per clavicembalo da Cinzia Guarino e la chitarra barocca esegue la parte scritta dal compositore. In due brani, la sarabanda di Zamboni e la toccata di Lori, viene utilizzato l’organo, che assume un ruolo di sostegno armonico dell’arciliuto.
L’improvvisazione rientra nell’intreccio delle parti tra i due musicisti, con la fantasia che deriva dal modo in cui condividono i ruoli melodici e di accompagnamento tra loro, scambiandosi a volte il ruolo di primo strumento, a volte scambiandosi le frasi, a volte unendosi in un unisono.
Il titolo dell’album “Corrispondenze” sottolinea il rapporto reciproco, il contraccambio tra i due strumenti e tra i musicisti, ma anche le corrispondenze ed affinità tra i brani scelti.
Le corrispondenze sono evidenti tra il Fandango di Boccherini e quello di De Murcia, ma anche tra gli altri brani di autori italiani e spagnoli, il tutto come per sottolineare le affinità artistiche e culturali tra i due popoli.
Sono conferma di queste affinità culturali tra i due popoli la Giga di Corelli, scritta probabilmente da De Murcia, dopo aver ascoltato un concerto di Corelli durante un viaggio in Italia, o ancora il Canario, danza popolare spagnola ma utilizzata spesso da compositori italiani dell’epoca, le composizioni di Domenico Scarlatti, nato in Italia ma molto apprezzato in Spagna.